Se ti hanno consigliato di procedere ad un isolamento termico del tuo appartamento con l'insufflaggio di materiale isolante, magari perché più economico rispetto ad altri metodi, faresti molto bene a leggere questo post.
Non ti parlo di teorie o punti di vista: proprio di recente ho condotto uno studio di analisi per l'isolamento di un appartamento, ed i risultati sono stati davvero "sconvolgenti" per i proprietari che mi avevano commissionato il lavoro.
Ma andiamo con ordine...
Esiste una tipologia di edifici, nati tra gli anni '50 e '70, che sono contraddistinti da una medesima tecnica costruttiva: il muro con intercapedine, il cosiddetto “muro a cassetta”.
L’intercapedine poteva essere vuota oppure debolmente isolata con pannelli di lana di vetro o di poliuretano, con dimensioni dai pochi centimetri di isolante fino anche ai 10-12 cm di aria interna.
Oggi quegli stessi edifici hanno disperatamente bisogno di un intervento perché:
- le spese di riscaldamento e di raffrescamento sono esorbitanti
- il comfort interno di chi li abita è insoddisfacente
- in seguito a interventi parziali e non organizzati, sono iniziate a comparire diverse tracce di muffa
La soluzione che spesso viene proposta dalle ditte per migliorare le caratteristiche termiche delle pareti di questi edifici è l’isolamento tramite insufflaggio nell’intercapedine.
Vediamo insieme più nel dettaglio di cosa si tratta.
Cos’è l’insufflaggio
L’isolamento ad insufflaggio prevede di “sparare” all’interno dell’intercapedine vuota delle murature del materiale isolante. Tale operazione viene fatta attraverso dei fori che vengono praticati sulla parete esterna, distanziati ad intervallo regolare di circa 80-100 cm, e distanziati circa 30 cm dai solai del pavimento e del soffitto.
La tecnica ad insufflaggio viene utilizzata anche nell’isolamento dei sottotetti o di cavità costruttive di altra natura, come i cavedi. Si possono eseguire insufflaggi di materiali isolanti termo-acustici a secco tipo:
- fibra di cellulosa
- perlite
- sughero granulare
- vermiculite granulare
- polistirene espanso in perle
- lana di roccia
- lana di vetro
e come si vede, molti tra questi sono di origine naturale.
Pregi dell’isolamento ad insufflaggio
Innanzitutto si può dire che il vantaggio principale di tale tecnologia è il costo contenuto, con prezzi che partono dai 25 euro/mq di parete, a salire a seconda del materiale che si utilizza e dalla tecnologia utilizzata.
Si può scegliere in quale modo insufflare, nel senso che si può forare la facciata sia sul lato interno che esterno, in base alle condizioni dell’edificio e alla tipologia di lavoro che si deve andare a fare.
La posa dall’esterno risulta positiva perché preserva l’invasione delle stanze interne all’abitazione con operai e macchinari. Però comporta di avere degli oneri aggiuntivi di impalcatura e carrelli elevatori e di ritocco delle facciate nei punti in cui vengono applicati i fori.
La posa dall’interno è maggiormente invasiva, richiede spazi di manovra e la possibilità di accedere all’interno con operai: è più indicata se si stanno eseguendo lavori di ristrutturazione anche interna, oltre che di efficientamento energetico delle pareti esterne e dei solai.
Il lavoro viene eseguito in tempi molto rapidi: un appartamento medio può venire isolato in tutte le pareti perimetrali in una sola giornata di lavoro.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, prendendo in considerazione una sezione tipo di parete a cassetta, con una intercapedine di aria di 8 cm in una parete di spessore totale 34 cm, il miglioramento termico della facciata può subire un miglioramento anche del 60 %.
Volendo fare un esempio concreto di una parete in un edificio condominiale, ho valutato l’insufflaggio tra le diverse opzioni di isolamento e la parete passava da un valore di trasmittanza di 0,83 a 0,34 W/mqK.
Questi risultati però valgono in una sezione “ideale” di parete, ossia sulla carta, come già detto, senza considerare i ponti termici di cui parleremo più avanti.
Infine, se l’intervento permette di raggiungere gli standard di legge richiesti, l’intervento dell’insufflaggio è anche detraibile fiscalmente, tra i lavori di miglioramento energetico dell’edificio.
Limiti dell’isolamento ad insufflaggio
Tra i primi aspetti, è sicuramente vincente in ordine di criticità, la mancata risoluzione dei ponti termici.
Come si vede dall’immagine, l’intercapedine della parete si interrompe in corrispondenza dei ponti termici, per cui quelle zone rimangono "libere" di trasportare il calore dalle zone calde a quelle fredde.
Questo significa che il calore interno in inverno, per il quale si sono spesi soldi, esce facilmente all’esterno.
È tecnicamente fattibile ed efficace in cavità libere sopra i 6 cm di spessore ed è opportuno, in ogni caso, verificare con video ispezioni e carotaggi che l’intercapedine sia continua e libera, per stimare al meglio il risultato dell’intervento.
Oltre agli elementi strutturali, esistono tubi, canne fumarie, cavedi all’interno delle strutture esterne, tutti elementi che vanno considerati e che possono complicare o inficiare il risultato dell’operazione di isolamento.
Come già detto, se si interviene a insufflare dall’esterno bisogna poi "mettere mano" alle facciate per correggere i danni provocati dai fori. Se invece si interviene dall’interno, questa operazione risulta abbastanza invasiva, a meno che non sia in corso già una ristrutturazione interna.
Per verificare l’esito positivo dell’insufflaggio, l’unico modo è eseguire una termografia: di fatto questa viene eseguita raramente, perché si sa già in partenza che alcuni ponti termici strutturali esistono e così anche alcuni spazi di parete e di solaio che non vengono isolati.
Cosa è meglio fare prima di eseguire un intervento di isolamento ad insufflaggio?
L'isolamento termico mediante insufflaggio ha diverse problematiche dovute proprio alla sua "irregolarità" di posa: i ponti termici rimangono e bisogna intervenire studiando caso per caso ciò che è meglio fare.
Portando ad esempio il caso di un immobile degli anni ’60 con struttura in laterocemento, un problema di ponte termico lineare riscontrato è quello costituito dal cordolo perimetrale, che rimane privo di isolamento, a meno di escogitare altre soluzioni (possibili) che però ne fanno lievitare i costi.
Esistono poi tutta una serie di ponti termici dati dall’interruzione del materiale isolante e dai diversi elementi strutturali: pilastri, canne fumarie, tubazioni, zone non raggiungibili intorno ai fori finestra e ai fori porta sono alcuni esempi.
La redazione di una diagnosi energetica prima di avviare il cantiere può dare modo ad un tecnico specialista di:
- individuare i nodi critici
- valutare in anticipo i risultati energetici ottenibili
- studiare i ponti termici e individuare le problematiche ad essi legate, oltre che offrire soluzioni valide e risolutive
Facciamo un esempio...
La temperatura critica nel nodo perimetrale risulta, come si vede dalle due immagini qui sotto riportate, inferiore ai 13,3 °C. Questo significa che in condizioni ottimali di temperatura interna di 20°C e Umidità relativa del 65 %, oltre alla proliferazione di muffe superficiali c'è il forte rischio di condensazione in prossimità del battiscopa.
Quindi il solo studio di questo nodo critico (ovviamente l'analisi si svolge a più livelli) mi ha permesso di verificare che:
- l’isolamento ad insufflaggio non avrebbe risolto il nodo critico, come è ovvio, essendo interrotta strutturalmente l’intercapedine
- le temperature interne superficiali nel punto di collegamento tra pavimento e parete esterna erano molto critiche, tanto da presupporre con quasi certezza futuri problemi di condensa superficiale e muffa
- in fase di progettazione sarà indispensabile risolvere il ponte termico con altre soluzioni, diverse dall’insufflaggio, perché rappresenta un punto di alta dispersione di energia visto che è presente lungo tutto il perimetro dell’edificio.
Nel caso analizzato, abbiamo evidenziato che con l’utilizzo dell’isolamento ad insufflaggio rimanevano irrisolti anche altri punti rappresentati da ponti termici puntuali, meno problematici dal punto di vista dello spreco di energia, ma che avrebbero potuto creare comunque problemi, di muffa ad esempio.
In questo articolo, se non è stato sufficientemente chiaro, non ho voluto mettere in cattiva luce il metodo dell'isufflaggio a prescindere. Assolutamente no.
L'insufflaggio resta una tecnica di isolamento che in molti casi può dare buoni risultati, soprattutto se ci sono grossi limiti (anche economici) a procedere diversamente.
Quello che fermamente sostengo, però, è che non è assolutamente corretto pensare di poter procedere in un modo e basta, solo pensando che "l'importante è risparmiare" e "tanto in un modo o nell'altro ottengo lo stesso risultato".
Molte volte procedere senza una vera analisi (nel mio caso fatta anche con l'ausilio del termotecnico con il quale collaboro) può far spendere molti più soldi ed ottenere risultati pessimi.
Nel caso in esame, infatti, se si procedessi semplicemente con un insufflaggio di (qualsiasi) materiale isolante, si creerebbe muffa, con il tempo, lungo i ponti termici.
Medita bene prima di fare un lavoro di isolamento energetico del tuo appartamento.
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i pro e i contro della schiuma ureica sono facilmente individuabili: sicuramente il costo e la facilità di applicazione sono i pro, ma le caratteristiche tecniche del prodotto (e ci possono essere diversi prodotti racchiusi sotto questo nome 'schiuma ureica') possono variare ed essere più o meno favorevoli.
Di certo non hanno buone caratteristiche meccaniche, nè acustiche, alcuni prodotti risentono e si degradano in condizioni di umidità ed infine l'inserimento in una intercapedine già esistente (e non la classica installazione in controparete o controsolaio 'a vista') rende di sicuro più incerto il buon risultato di isolamento termico.
Saluti Laura
i casi specifici, ed in particolare il suo, vanno trattati con una consulenza specifica. L'isolamento non èslegato dagli altri interventi che andrete a fare, è un errore considerarlo come indipendente.
All'interno del blog la invito a leggere gli articoli specifici sulla riqualificazione e sui problemi dell'isolamento dall'interno.
Saluti. Laura
i casi specifici, ed in particolare il suo, vanno trattati con una consulenza specifica.
Soprattutto in quei casi in cui ci sono già problemi da risolvere.
Saluti Laura
la scelta del materiale dipende dalle possibilità in fase di installazione e dal risultato termico ricercato, sia invernale che estivo.
Le consiglio la lettura di questo articolo: http://www.lauracoppo.it/la-ristrutturazione/isolamento-del-tetto
Saluti. Laura
Fantascienza?
Comunque se desidera informazioni cosi specifiche puo contattarmi tramite il form contenuto nella pagina contatti.
Saluti Laura
Volevo ora esporLe il mio caso: i miei genitori hanno un fabbricato costruito nel 1990 con intercapedine di circa 10 cm. Ora è venuto il momento di ristrutturarlo poiché esternamente l'intonaco si sta sgretolando. Molte ditte mi hanno proposto di insufflare cellulosa nell'intercapedine e rifare l'intonaco solo dove occorre e poi riprendere con una rasatura generale tutto l'edificio. Io, invece, x la mia abitazione nel 2010 ho fatto fare un cappotto esterno da 10 cm per tutto il perimetro esterno e ad oggi non ho avuto alcun problema di ponte termico e con notevole risparmio di combustibile. Ho quindi proposto anche ai miei genitori di procedere con cappotto esterno (con rifacimento delle soglie in marmo e riquadratura degli infissi che al momento non è possibile cambiare), così si evitano i ponti termici lungo il solaio e i pilastri. Cosa ne pensa? La ringrazio e La saluto cordialmente.
Le controindicazioni dell'isolamento ad insufflaggio sono esposte nell'articolo. I vantaggi ci sono, ma vanno sempre messi sul piatto della bilancia, insieme agli svantaggi.
Lei ha avuto un'esperienza di isolamento, ma Le ricordo che ogni edificio ha una situazione unica, problemi specifici da risolvere e non è detto che una soluzione adottata una volta sia dunque replicabile in ogni edificio.
Per questo motivo ogni intervento va progettato.
Saluti Laura
Vivo in una villetta a schiera.
Purtroppo da quando i vicini di casa hanno avuto un figlio non dormiamo più la notte.
I muri sembrano essere di carta pesta, ma sappiamo che oltre alla nostra parte di mattoni forati c'è ancora una piccola intercapedine dove in fase di costruzione è stato inserito un foglio di lana di roccia, e poi c'è il muro dei vicini.
Vorrei attivarmi per poter porre fine a questa convivenza forzata, a volte sentiamo di più i rumori prodotti dai vicini che i nostri... è davvero frustrante questa situazione.
Aiutatemi vi prego!
Credo che il suo sia un evidente caso di insufficiente o non idonea coibentazione acustica.
Certo, di notte inrumori si avvertono di piu e il pianto di un bimbo alle volte dura ore, quindi il disagio si avverte come "acuto", però credo che solo un intervento di analisi e rilievo della situazione potrebbe fornirle una soluzione adeguata.
Saluti. Laura
Vivo in una villetta a schiera.
Da quando i vicini di casa hanno avuto un figlio, non dormiamo più la notte.
Purtroppo le pareti sembrano fatte di carta pesta, invece sappiamo che c'è il nostro muro di mattoni forati ovviamente, poi una piccola intercapedine dove è stato inserito in fase di costruzione un foglio di lana di roccia, e il muro dei vicini.
È un disastro vivere qui, sentiamo più i rumori prodotti dai vicini che i nostri. In questo periodo sono proprio disperata... che tipo di provvedimento posso prendere per cercare di migliorare questa convivenza non gradita?
Grazie
la ringrazio.
non mi è possibile rispondere in un senso o nell'altro, perchè potrei anche rispondere sbagliando visto che non conosco la situazione specifica.
Quelli che sono i diversi pregi e difetti del l'insufflaggio e dell ' isolamento interno sono stati trattati piu volte nel blog, ogni consulenza specifica richiede uno studio particolare, e come tale è a pagamento.
Saluti Laura
farebbe ben poco con una intercapedine di 5 cm, anche inserendo dell'isolante. Comunque da qualche parte dovrebbe rompere per procedere ad isolare.
L'approccio piu corretto è dunque valutare la stratigrafia esistente e progettare un intervento partendo dalla valutazione specifica della sua abitazione, partendo anche dalle condizioni specifiche del luogo.
Ho una porzione di villetta quadrifamigliare, abbastanza fredda d'inverno, del 1970 con una intercapedine di 20÷25 cm, senza alcuna muffa alle pareti. Non sono in fase di ristrutturazione e potrei insufficiente comodamente dall'esterno. Qual' é il miglio materiale per minimizzare il problema dei ponti termici? Sughero? Lana di vetro?
La cellulosa non la posso utilizzare per via della canna fumaria del camino. Grazie
nell'articolo vengono spiegati alcuni limiti dell' insufflaggio e questi concetti valgono qualsiasi sia il materiale scelto. Questo non significa che la tecnica non vada bene in assoluto, ma solo che bisogna prestare attenzione a risolvere tutti i problemi, che altrimenti potrebbero ripresentarsi e anche più gravi.
Le consiglio, per orientarsi su come muoversi, di leggere qui: http://www.lauracoppo.it/la-ristrutturazione/come-evitare-di-spendere-inutilmente-soldi-in-una-ristrutturazione
Saluti Laura
Grazie per le info e i consigli .
Chiedo comunque, ho una casa degli anni 80, ho i soliti 6/7cm di intercapedine, mi propongono di iniettare aerosilex , due domande é un prodotto di qualità ??? Sarà vero che si guadagna +3gradi in inverno e -3 gradi in estate ???
Oppure dammi un consiglio se vale la pena che lo faccio oppure no.
Grazie in anticipo
Ciao
esistono diversi prodotti in commercio adatti all'insufflaggio: l'approccio che addotto per la scelta è la valutazione dei dati tecnici specifici e delle certificazioni del prodotto.
Qualsiasi prodotto si utilizzi, non si possono eliminare i problemi relativi all'intervento, che sono descritti nell'articolo: la valutazione è specifica e dipende da come è fatto l'edificio.
Saluti.
Laura
grazie per tutti i tuoi consigli... ora tocca a me!
abito a 1000 metri appenino tosco emiliano, casa in sasso, intonaco argilla, solai pareti interne legno abete castagno cirmolo. Ho sbagliato l'isolamento del tetto dim 7x4 metri: tavolato di 25 abete, (60 aria + 60 polistirene = travetto 120), 25 tavolato, carta catramata.
Lo scorso inverno scendeva qualche goccia lungo il muro penso e ti chiedo con ferma che si tratti di condensa fra isolante e tavolato esterno.
Sto per affrontare un miglioramento spero, isotec esterno con guaina traspirante fra isotec e elytex e via carta catramata spostando punto di rugiada esterno e eliminando condensa. Il dubbio è quello di effettuare insufflaggio nella camera d'aria 60 mm che ho lasciato con paura perchè tutti dicono che avrò problemi con il vapore... Vorrei un tuo parere... grazie!
come varie volte suggerito ( e questo è l'unico "suggerimento" che io possa fornire
Se l'acqua scende dal tetto, due possono essere le cause: o viene da fuori (infiltrazione), o viene da dentro (condensa).
Grazie fin d'ora per la risposta relativa a un problema che è sì particolare ma talmente comune da avere quella valenza generale che Lei giustamente richiede nel suo blog.
quello che Lei chiede è una consulenza specifica e come tale è un lavoro di progettazione vero e proprio. Sull'uso dei materiali naturali e sull'applicazione degli stessi è stato scritto parecchio.
La invito ad approfondire l'argomento dell'isolamento dall'interno e delle possibili complicazioni dello stesso qui: http://www.lauracoppo.it/la-riqualificazione-energetica/i-segreti-dell-isolamento-termico-dall-interno-della-tua-abitazione
Grazie per la risposta
Non rispondo nello specifico, perché non posso esprimere giudizio sul prodotto nè tantomeno sulla situazione che non conosco, ma qualsiasi insufflaggio ha il punto debole della sicurezza di riempire in modo omogeneo l'intercapedine.
Se ho ben capito nell'intercapedine c'è già materiale isolante, quindi deve fare parecchia attenzione.
Grazie
deve consultare le schede tecniche dei materiali per quantificare il peso che va a caricare. Ogni materiale ha un peso diverso.
La invito a leggere questo articolo ed approfondire il concetto di ponte termico. http://www.lauracoppo.it/cat-casaclima/il-ponte-termico-per-i-non-addetti-ai-lavori
Se non viene opportunamente verificato, qualsiasi intervento di insufflaggio e isolamento interno può essere mal eseguito o non risolutivo.
ho letto con molto interesse il suo articolo a proposito dell'isolamento delle parete con fibra di cellulosa.personalmemte ero molto tentata di utilizzarlo per le pareti del mio app.to (palazzina del 1975) poiche' gli altri condomini non vogliono fare nessun lavoro all'esterno. Lei ha dato conferma ai miei sospetti di profana riguardo ai " ponti termici".Le chiedo gentilmente un consiglio: poiche' io abito all'ultimo piano, ho sempre freddo in inverno e caldissimo in estate potrebbe essere una discreta soluzione far " sparare" nel sottotetto di mia pertinenza uno strato di 25 cmdi fibra di cellulosa?
Potrei avere qualche beneficio per il caldo ed il freddo eccessivi? O anche in questo caso dovrei preoccuparmi per problemi di muffa o condensa?
La ringrazio anticipatamente per la risposta che vorra' gentilmente darmi.
Cordiali saluti
per lo specifico caso del sottotetto, troverà un paragrafo appositamente dedicato in: http://www.lauracoppo.it/la-riqualificazione-energetica/tre-errori-tipici-di-chi-vuole-migliorare-le-prestazioni-energetiche-della-propria-casa
l'approccio corretto è quello che risolve i diversi problemi dell'edificio:
- consumi elevati
- ponti termici, cioè presenza di muffe in casa, condense ecc,..
- distacchi delle superfici, che possono essere pericolose anche per le persone
Se l'intervento non viene progettato in tutte le sue parti, rischia di diventare una proposta incompleta. Per cui, l'esigenza di uno spessore minimo, lasciando però alcuni punti scoperti potrebbe essere un problema.
In definitiva, non mi sento di favorire un intervento piuttosto che l'altro.
Grazie
si, potrebbe succedere. Come risposto appena sotto a Mauro, succede che dopo l'isolamento in intercapedine si acuiscano dei fenomeni legati al ponte termico presente.
Teoricamente un intervento migliorativo dovrebbe essere sempre meglio di non far niente, ma purtroppo nella realtà non è sempre così.
Infatti, in alcuni casi, con opportune verifiche fatte, può succedere che dopo l'intervento si acuiscano i difetti dei ponti termici, che prima erano presenti, ma più blandi.
muffa marginale solo in un punto (angolo alto, probabile dovuto al fatto che sopra solo in quella porzione, ca 1mq abbiamo un terrazzino sempre al buio) che corrisponde al punto più freddo della stanza,pavimento in parquet e riscaldamento a radiatori (posto sotto finestra). stanza spesso areata
comprendo che senza vedere/toccare dare pareri è sconsigliato/difficile, ma viste le premesse e le esigenze, cosa può dirci ? grazie
non mi è possibile darle una risposta precisa in merito e le ragioni sono state più volte ampiamente spiegate.
Le posso dire però che dalla descrizione che ha fatto, non credo proprio che la tecnica dell' insufflaggio (visto che è qui che ha messo il suo commento) possa essere di aiuto, dato che sopra ha anche un terrazzino.
come faccio a rispondere se non so esattamente com'è fatto l'appartamento, com'è esposto, com'è riscaldato, ecc.. ecc.. ?
La procedura con cui si fa l'indagine è scelta in base ai dati che risultano necessari. Ogni casa è diversa.
Saluti. Laura
non credo che l'insufflaggio di cellulosa sia realmente risolutivo se l'intervento è proposto per risolvere il surriscaldamento estivo.
Sarebbe preferibile procedere (se possibile) dall'esterno in modo da non sovraccaricare il controsoffitto in arelle. Anche perchè, comunque, del peso lo si va ad aggiungere anche con l'insufflaggio, che per quanto sia un materiale leggero può raggiungere anche i 70-80 kg/mq a intervento finito.
perdoni il ritardo ma questo commento mi era sfuggito.
La valutazione del materiale va sempre calcolata (in un progetto vero e proprio), sia per i benefici termici che porta, sia per il comportamento della parete alla permeabilità al vapore. Anche perché vanno presi in considerazione anche altri parametri specifici che vanno da caso a caso.
Questo se si vogliono fare le cose bene e se si vuole davvero risolvere il problema.
La differenza tra i due valori µ è similare, nel senso che se lo paragona ad un polistirolo (70-80) o ad una barriera al vapore (circa 100.000) capisce bene che stiamo parlando di prodotti simili.
Tenga presente che se la sua abitazione è molto umida, non è un materiale isolante che risolverà il problema di umidità interna.
il cappotto esterno va comunque progettato, ma è la soluzione che migliora le condizioni termiche e risolve (se ben eseguito) anche tutti i ponti termici.
Lo strato d'aria interno contribuisce alla resistenza termica, non a disperdere il calore.
Saluti. Laura
i materiali utilizzati per l'insufflaggio nelle pareti hanno solitamente una elevata traspirabilità ( mu 1 molto spesso ); quando effettuo la verifica di glaser questa è sempre negativa in quanto è facile intuire che sulla parete interna del tavolato esterno si possa formare uno strato di condensa. Tale tavolato non riceve più il calore dall'interno ma continua a ricevere l'umidità... Dovrei inserire un freno vapore ma non è pensabile. Siccome a questo punto non dovrei permettere l'insufflaggio per il rischio di condensa non mi è chiaro cosa non tengo in considerazione. O forse l'intervento viene comunque effettuato anche se la verifica non è soddisfatta?
Grazie!
i contenuti del blog sono principalmente a servizio di chi non è del mestiere e quindi non sono solita dare risposte tecniche a beneficio di pochi.
Detto questo, può capitare che la verifica di glaser non sia positiva, motivo per cui è stata introdotta la verifica dinamica.
Lo stesso tipo di verifica è necessaria anche per l'isolamento dall'interno: anche in quel caso infatti molto spesso non risulta verificata secondo Glaser, visto che è una verifica in regime stazionario e non tiene conto dei reali parametri.
Voelvo chiedere se un'altro dei limiti dell'isolamento per insuflaggio possa essere ricondotto al ridotto spessore di parete che forma la massa di muro dal lato interno che favorisce il fenomeno del volano termico, rispetto ad un isolamento con cappotto esterno.
Inoltre volevo chiedere se i laterizi porotherm bio plan plus, che nascono già con l'isolante inserito nelle intercapedine dei mattoni, hanno proprietà isolanti come una parete con isolamento a sandwich (o come appunto nel caso dell'insufflaggio). E infine un gentile parere su questo prodotto (il laterizio con isolante compreso).
Saluti
Pietro
La tecnica ad insufflaggio non contribuisce a migliorare la massa della parete, perchè utilizza per definizione materiali "leggeri".
Per l'aumento di massa, e quindi un miglior comportamento estivo, sicuramente il cappotto esterno offre maggiori possibilità.
Per quanto rigurda la seconda domanda, quello da Lei indicato rientra tra i materiali da utilizzarsi per una costruzione nuova, non per un risanamento.
Tale prodotto rientra per me nella categoria dei materiali o sistemi "composti", cioè che combinano insieme diversi materiali già "dalla nascita" invece che combinare insieme i diversi materiali in opera.
Tra le due strade, io preferisco la seconda e seuire con i miei occhi come viene posato il materiale in cantiere.
Sull'argomento e affini, La invito a leggere questo articolo: http://www.lauracoppo.it/materiali/cosa-non-funziona-il-blocco-cassero-in-legno-cemento-o-la-progettazione-e-la-fase-esecutiva
Ho una domanda da farle.
In relazione alla formazione delle muffe in parete , quale è il meccanismo per cui si formano , e quale è il criterio di progettazione di un isolamento per evitarlo?
per un approfondimento sull'argomento "muffa" la invito a leggere: http://www.lauracoppo.it/la-riqualificazione-energetica/uffa-la-muffa
Invece per i criteri che bisogna seguire per la progettazione, La invito a vedere il video al link: http://www.lauracoppo.it/la-riqualificazione-energetica/i-segreti-dell-isolamento-termico-dall-interno-della-tua-abitazione
Continui a seguirmi! Laura
caso molto interessane "ho condotto uno studio di analisi per l'isolamento di un appartamento,.."
con che strumantazione è stato condotto lo studio? utilisso delle "carote" visti i fori praticati per l'insuflagggio, termografia oppure un'analisi con software? grazie e complimenti
- indagine preventiva tramite carotaggio
- la termografia non è stata necessaria in quanto ad occhio nudo erano visibili una serie di "difetti strutturali" (il carotaggio iniziale inoltre è stato più che illuminante!)
- analisi mediante diversi software per lo studio dei ponti termici e per il calcolo energetico