Se un artigiano o un'impresa ti hanno consigliato di isolare dall'interno, dicendoti che si spende di meno, cerca di capire se lo stanno facendo solo per prendere il lavoro o se hanno fatto un esame serio sull'edificio e sulla situazione specifica. Ti stanno dicendo la verità? Sei davvero sicuro che l'intervento verrà fatto risolvendo i tuoi problemi con molti meno soldi?
Abbiamo già trattato in precedenza l’isolamento termico dall’interno degli edifici e spiegato i pro e i contro dello scegliere questa soluzione. Ricordiamoci che la scelta va fatta "ad esclusione", dopo aver valutato tutte le possibili alternative. In alcuni casi non rimane davvero alcuna altra possibilità: la superficie esterna delle murature non consente l’incollaggio dei pannelli di isolante, l’immobile è sottoposto a vincolo oppure non è consentito dal regolamento condominiale... queste sono solo alcune delle ragioni per cui è impossibile fare un isolamento “a cappotto” dell’edificio. Ma non per questo devi rinunciare a riqualificare energeticamente la tua casa.
Ho fatto l’isolamento dall’interno: come posso essere sicuro che duri nel tempo senza problemi?
"Una volta isolato dall’interno, come devo comportarmi con questa parete?
È un elemento critico della mia abitazione?"
Nel caso in cui si decida di procedere con l’isolamento dall’interno, ci sono delle condizioni di cui tener conto per far si che il lavoro sia eseguito a regola d’arte e duri nel tempo, senza dare problemi di muffa o altro.
Per quanto riguarda lo studio delle strutture esistenti, bisogna tenere conto che non tutti gli edifici sono idonei alla posa dell’isolamento termico dall’interno. Infatti dobbiamo ricordare che:
1 - La parete esistente deve essere di materiale igroscopico. Sono adatti materiali quali ad esempio il laterizio, tufo, calcestruzzo cellulare, mentre è da evitare questo tipo di isolamento per il calcestruzzo.
2 - La parete esistente deve essere permeabile all’umidità, in misura maggiore mano a mano che si procede nei vari strati dall’interno verso l’esterno: in questo modo si consente all’umidità interna di uscire verso l’esterno. Può costituire un problema, ad esempio, avere un rivestimento impermeabile in facciata, come il rivestimento “graffiato” o addirittura in piastrelle o mosaici, soluzioni estetiche utilizzate in modo diffuso negli edifici condominiali degli anni ’70. In realtà le cose sono più complicate del solito anche per un isolamento dall'esterno.
Anche la scelta dei materiali è di fondamentale importanza. La scelta di materiali naturali è fortemente consigliata perché interagiscono meglio con le diverse condizioni interne.
3 - L’intonaco interno esistente deve essere di materiale igroscopico. Quindi si a intonaci a base di calce, terra cruda e similari. Nel caso in cui non fossero presenti queste caratteristiche sul supporto esistente, si può procedere alla demolizione e rifacimento dell’intonaco prima di fare il lavoro di isolamento.
4 - La pittura interna della parete deve essere di materiale igroscopico. Il sottofondo su cui viene applicato il materiale isolante, qualunque esso sia, deve essere idoneo all’incollaggio (la verifica si fa tramite la “prova a strappo”, anche prima della posa dell’isolamento all’esterno degli edifici), ma nel caso di isolamento dall’interno è di fondamentale importanza che la parte sia permeabile all’umidità: quindi non sono idonee pareti tinteggiate a smalto o con vernici impermeabili.
Dal punto di vista della posa, ci sono alcuni punti fondamentali che bisogna sapere e che vanno controllati in fase di installazione dell’isolamento sulle pareti interne:
5 - Evitare intercapedini vuote tra rivestimento interno e parete esistente, in modo da scongiurare qualsiasi fenomeno di convezione d’aria. L’aria porta sempre con se anche delle particelle d’acqua (l’umidità) e di sporco. Inoltre i moti convettivi rendono nullo il beneficio termico dell’isolamento.
6 - Il rivestimento dell’isolante posato all’interno deve essere a tenuta all’aria. Sono quindi da evitarsi montaggi a secco, che prevedono fori o fughe, mentre si consiglia un materiale da incollare con finitura ad intonaco.
7 - Evitare accuratamente le barriere a vapore. Non sono permeabili all’umidità e non sono adatte quindi agli edifici residenziali. Inoltre è di fondamentale importanza, per il corretto funzionamento dell’elemento, che non venga bucato in nessun caso, cosa abbastanza improbabile o comunque rischiosa in un’abitazione.
Per quanto riguarda invece l’uso degli ambienti interni, ci sono dei comportamenti da adottare per facilitare il buon mantenimento dell’isolamento dall’interno ed evitare l’insorgere di muffe o il deterioramento dei pannelli installati.
8 - Per evitare problemi di muffe, non appoggiare mobili di grande dimensione alle pareti su cui è stato realizzato l’isolamento dall’interno.
9 - È importante capire che l’isolamento dall’interno cambia anche le condizioni interne dell’edificio: non permette un alto tasso di umidità dell’aria per un lungo periodo ed è quindi consigliata una continua ed abbondante aerazione degli ambienti.
10 - È consigliata, ma non obbligatoria, l’installazione di un apparecchio di VMC, ventilazione meccanica controllata, per favorire in modo semplice, costante e controllato un ricambio d’aria interno, in modo da smaltire l’eccessiva umidità interna senza dispersioni di calore.
Spero che questo articolo ti sia utile per capire che la scelta di come isolare (e se è opportuno isolare dall'interno) non è banale per chi vive un edificio. Non è nemmeno facile fidarsi di un tecnico o di una ditta edile. Se devi iniziare a fare dei lavori di ristrutturazione o di riqualificazione energetica del tuo immobile, è necessario che tu conosca tutte le problematiche e le sottoponga al tuo interlocutore che ti propone le soluzioni. Parafrasando il noto detto:
Di buone intenzioni è lastricata la via per… avere (di nuovo) la muffa in casa!
Aspetto un tuo commento qui sotto e... aiutami a diffondere questi concetti.
Per Sua esperienza l'isolamento a cappotto esterno di una parete è compatibile con l'isolamento interno a soffitto dello stesso immobile? O in ogni caso sconsigliabile?
Grazie
è possibile realizzare isolamenti interni-esterni , ma in ogni caso vanno progettati e verificati.
grazie Salvatore
se come dice l'edificio è stato isolato e c'è anche il capotto, oltre che l'isolamento del tetto, consiglierei innanzitutto di verificare dov'è il problema su quello che è stato eseguito, piuttosto che pensare a sovrapporre una nuova soluzione.
Grazie per la risposta, dopo una mia insistenza l'amministratore ha mandato una persona a verificare che sotto le tegole ci sia stato messo l'isolamento, con sorpresa non c'era niente solo cemento, ho contattato il costruttore lui dice che non centra niente perché tra il plafone e lo spiovente in cemento armato del tetto c'è un bello spessore, in casa c'è troppa umidità che depistandosi sulle pareti un po più fredde mette in moto il fenomeno, io ho un deumidificatore in bagno per quando si stendono i panni ad asciugare e lo lasciamo quasi sempre acceso e di acqua ne fa parecchia, in casa il riscaldamento va abbastanza anche perchè mia moglie non sopporta il freddo. Non so cosa pensare. Di nuovo grazie di tutto arivederci
Che bella risposta le hanno dato!
Quando Lei ha acquistato un immobile come "ristrutturato" Le hanno dato qualche documento in cui ci fosse evidenza dell'isolamento realizzato? Un capitolato, un contratto o una descrizione delle opere eseguite? Nel caso la risposta sia si, ci sono i presupposti per obbligare la ditta ad intervenire. Non si possono lavare le mani con tanta leggerezza. Se la risposta invece è no, avrebbe avuto bisogno di un consulente al suo fianco per le opportune verifiche preventive, prima dell'acquisto.
Un sottotetto aerato (cioè lo spazio che si frappone tra il tetto e l'ultimo soffitto) non sostituisce un isolamento: l'intervento di isolamento migliora le condizioni e alza le temperature superficiali interne, che creano quindi condizioni più sfavorevoli all'attecchimento della muffa.
Le condizioni di aria interna hanno di sicuro una grande incidenza nello sviluppo del problema: se come dice asciugate i panni in casa e c'è in generale molta umidità (e il deumidificatore non basta), va di sicuro fatta una valutazione globale dei problemi per individuare una soluzione che sia la più risolutiva.
Vero una bella notizia, un attestato di qualificazione energetica mi è stato dato timbrato e firmato da un perito dove descrive l'involucro edilizio e la tipologia dei materiali, le descrivo la parte che riguarda il soffitto non praticabile (ultima soletta) è di laterocemento con caldana in cls e copertura mediante termotetto ventilato con coibentazione in sughero da 5+5 cm.e Eraclit da 3 cm. per le zone ponte strutturate verticali e alle intersezionidelle strutture verticali-orizontali.
ho una veranda con una parete esterna dotata di cartongesso specifico per l'umidità, ma il problema è che non isola abbastanza e dopo un paio di anni è comparsa un pò di muffa vicino all'angolo che confina con la veranda.
secondo lei quale potrebbe essere una soluzione definitiva?
grazie mille
vedo solo ora il commento. Il cartongesso non è un isolante, e ilfatto che sia quello resistente all'umidità significa solo che non si danneggia con l'umidità, non che la trattiene.
Per cui, credo che per risolvere il problema debba fare un intervento risolutivo di isolamento.
Dispongo di un immobile costruito negli anni 40 in blocchi di calcestruzzo intonaco a scagliola pareti interne.
NON potendo effettuare il cappotto esterno, Le chiedo gentilmente se sia consigliabile un isolamento sulle pareti perimetrali a lastre di polistirene spessore 5/6cm a cui abbinare poi, struttura in Cartongesso con altri 5/6 cm di lana di vetro/roccia.
È necessaria una barriera vapore? Se si dove???
È consigliabile 10cm di polistirene e fibra di canapa (naturale)invece che le lane...
L'immobile ha una superficie lorda di 250 mq..primo piano fuori terra con sottotetto (volta) indipendente isolato con 10 cm di polistirene.
Non si può sbagliare
certo che non si può sbagliare, per questo ogni intervento che seguo direttamente è preceduto da attente valutazioni in merito all'esclusione di condense interne e alla salute degli abitanti.
Queste valutazioni sono frutto di studio e richiedono un vero e proprio lavoro: trattasi di consulenza e come tale è a pagamento.
Saluti. Laura
la camera di mio figlio ha due pareti che affacciano sul balcone di casa. Questo comporta che nelle giornate particolarmente fredde, per fortuna a Roma non sono molte, deve indossare abiti pesanti. Vorrei procedere ad una coibentazione interna. Quale potrebbe essere un materiale non tossico da poter utilizzare e che non occupi troppo spazio? Io avevo pensato al sughero, ma leggendo i suoi consigli ho capito che per fare una buona coibentazione bisogna considerare molti elementi.
Grazie per la sua cortese attenzione.
Angelo Cunsolo
temo che a qualcosa si debba rinunciare per poter avere maggior confort in casa.
Poco spessore, materiale naturale e efficiente coibentazione spesso fanno fatica a convivere.
In ogni caso, come più volte detto, per una soluzione specifica serve una specifica verifica. Quindi mi è impossibile rispondere sul migliore materiale che lei potrebbe utilizzare.
con l'umidità di risalita non si scherza!
Non mi è chiaro se il cartone bituminoso di cui parla si riferisce al cosiddetto "taglio delle murature". Se così fosse, non ci dovrebbe essere nessuna forma di umidità sopra il livello del taglio. Se il taglio è stato fatto bene, ovviamente.
L'intonaco sintetico è un problema ed eliminarlo è un bene.
Sulla scelta della tecnologia, delle soluzioni e del prodotto da usare, come più volte detto, non mi è possibile dare "pareri" senza aver "visitato il paziente" e aver visto le "analisi".
Questa metafora di carattere medico è solo per dire che a differenza di molti che danno consigli alla buona, di persona o su intenet, io offro soluzioni solo dopo aver ponderato per bene la situazione.
Trattasi di consulenza e come tale è a pagamento.
Volevo fare la seguente domanda: se si adotta la soluzione dell'isolamento interno, ma poi in un futuro successivo il condominio approva i lavori straordinari per l'installazione di un cappotto esterno, il cappotto interno puo' rimanere oppure è incompatibile con la presenza del cappotto esterno e quindi (quello interno) va rimosso? (mi viene ad esempio in mente la questione del volano termico che si perde con il cappotto interno....)
Grazie molte
Pietro
mi sono scontrata spesso con questa problematica nella valutazione degli interventi per delle valutazioni energetiche di appartamenti.
Il ragionamento che passo al cliente è questo:
- che probabilità c'è che il condominio eseguirà dei lavori entro ..x.. anni?
- che problemi deve affrontare subito e che ti fanno vivere male in casa oggi?
L'incrocio delle due risposte da la direzione che deve prendere l'intervento.
A quel punto di solito svolgo uno studio che offre delle risposte in tal senso, grazie alla simulazione dei possibili scenari, tenendo conto anche se in futuro verrà eseguito un cappotto esterno oppure no.
Ora invece le porgo una domanda più pratica che non so dove postare: terrazza di 50 mq con rivestimento in mattonelle flottanti sopraelevate, approvato nel condominio il rifacimento della guaina (a causa di infiltrazioni). Se mettessi (a mie spese) uno strato di "ghiaia" sfusa di vetro cellulare o di vermiculite sopra la guaina (cioe nello spazio tra la guaina e le mattonelle) avrebbe un effetto coibentante, oppure non avrebbe nessun senso? Problematiche particolari (es: peso sul solaio)?
Detto questo, si eseguono molto spesso stratigrafie che prevedono l'isolmento a cappotto esterno e una controparete interna con uno strato isolante... di certo però quest'ultimo non avrà mai uno spessore di 20 cm!!!
Nei casi di risanamento è però una soluzione che non ho mai adottato.
Per quanto riguarda la domanda sulla terrazza: la risposta è si, avrebbe un effetto isolante ma deve comunque garantire la complanarità e la continuità dell'isolamento (realizzato sopra uno strato di cls). A bocce ferme, credo si potrebbero utilizzare meglio altri materiali (meno costosi e di posa più semplice).
Per quanto riguarda i pesi, ogni volta, qualsiasi sia l'intervento che si va a fare, vanno considerati i carichi aggiunti.
Per quanto riguarda la terrazza forse non ho precisato bene che le mattonelle (50x50) non sono fisse, ma sopraelevate e flottanti: non so come funzionano queste cose, ma credo che possa filtrare l'acqua dalle fughe delle mattonelle verso la guaina. Quindi se ci metto un materiale sfuso (tra le mattonelle e la guaina), questo poi non è suscettibile di essere attraversato dall'acqua piovana (essendo sfuso)? E quindi l'acqua a quel punto abbatterebbe il potere isolante del materiale, giusto? Quindi proprio come lei sottolinea, forse sarebbe meglio (o proprio necessario!) un'altra tipologia di isolante sottoforma ad esempio di pannelli giuntati nelle fughe con opportuno materiale collante impermeabile, ho capito bene?
Grazie ancora
Pietro
Per la seconda parte, si, ha capito bene.
in effetti da quanto descrive il problema dell'umidità è il principale da tenere in considerazione per la progettazione di un isolamento dall'interno per la sua abitazione.
In prima battuta, però, mi verrebbe da porgerle delle domande, più che di dare delle risposte:
- essendo una villetta singola, come mai ha preso in considerazione, come migliore intervento, quello dell'isolamento dall'interno?
- Inoltre, le stratigrafie che ha proposto, sono frutto di una progettazione di un consulente oppure no?
- Infine, ha pensato come la progettazione integrata, involucro e impianti, potrebbe fornirle delle soluzioni a cui non aveva pensato?
i suoi post sono molto interessanti ed esplicativi. Io non ho competenza in materia e non mi è chiara una cosa. Lei
asserisce che bisogna evitare intercapedini vuote, ma è anche vero che l’aria -quando è ferma- costituisce un ottimo isolante termico (o forse sarebbe meglio dire un pessimo conduttore termico). Se tra una parete o un soffitto si lascia una camera d’aria e poi si crea un’altra parete con isolanti (polistirolo, poliuretano, sughero, ecc.) l’aria non resta ferma e quindi crea un maggior isolamento termico ? Grazie e buon lavoro.
la ringrazio del suo feedback e per la domanda.
L'aria in intercapedine non costituisce un ottimo isolante termico, risulta essere infatti anche 10 volte meno performante rispetto alcuni prodotti specifici per l'isolamento. Inoltre, i moti convettivi interni non aumentano le capacità isolanti, bensì le peggiorano, oltre a portare problematiche collaterali cui accennavo nell'articolo. Continui a seguirmi! Laura
mi fa piacere che abbia trovato questo articolo (e spero anche altri) interessante.
Sinceramente faccio un po' fatica a darle una risposta, per i seguenti motivi.
Prima di poter dare la soluzione ad un problema, è necessario definire al 100% il problema.
Questo significa che in primis è necessario capire qual è l'obiettivo finale che si vuole conseguire. Voglio fare un isolamento "tanto per" o voglio raggiungere determinati standard qualitativi? Quanto deve consumare il mio appartamento? Ecc. ecc..
In secondo luogo non è sufficiente dire "credo che non vi siano isolanti nelle pareti", ma è necessario avere la certezza di cosa c'è e cosa non c'è. E' per questo che devono essere fatti esami più approfonditi, e questi devono essere condotti da un tecnico competente.
Tutte le scelte di ottimizzazione, poi, saranno fatte sulla base di tutto il lavoro di programmazione e di analisi.
Attraverso il blog non è possibile fare consulenza personale e gratuita.
Lungi da me essere scortese o non voler dedicare tempo ai tanti lettori, ma rispondere ai commenti su questo blog equivale a chiarire o approfondire i concetti espressi, spero comunque utili, non fare consulenza gratuita e personalizzata.
Eventualmente, chiunque avesse bisogno di essere seguito in maniera più specifica e diretta, può inviare un'email a info@lauracoppo.it avente come oggetto "Richiesta consulenza a pagamento".
Tutto questo per tutelare non solo il lavoro del professionista (non solo il mio, ma quello di qualunque collega che vedrebbe svilita la professione fatta con consigli "alla buona" su internet), ma soprattutto gli utenti stessi che leggono il blog.
Continuo (e continuerò) infatti a sottolineare che non è possibile semplificare e generalizzare un caso particolare. Ogni situazione va studiata, analizzata e richiede una soluzione specifica.
Alla prossima.